Domande Utili
7 proprietari su 10 vorrebbero ristrutturare casa, lo stop ai bonus edilizi li fermerà?
Un'indagine Nomisma rileva la propensione a migliorare il comfort abitativo ed energetico e il ruolo fondamentale giocato dagli incentivi fiscali.
Molti italiani stanno pianificando di ristrutturare casa o hanno già realizzato interventi di ristrutturazione. La maggior parte dei lavori tende a migliorare il comfort abitativo e l'efficienza energetica dell'immobile, mentre c'è un basso livello di consapevolezza sulla sicurezza antincendio.
Fino ad ora, i bonus edilizi hanno avuto un ruolo fondamentale nello stimolo della domanda di interventi di ristrutturazione e di efficientamento energetico.Il trend seguito dai proprietari che intendono ristrutturare casa è emerso dall'indagine "Verso Case Green tra efficienza energetica e sicurezza dimenticata", che Nomisma, società di ricerca e consulenza per il business, ha realizzato per Rockwool, azienda che produce soluzioni in lana di roccia.L'indagine sulle scelte compiute dagli italiani nelle ristrutturazioni è stata realizzata a luglio con il metodo CAWI su un campione rappresentativo di proprietari e i risultati sono stati presentati ieri a Roma presso l'Hotel Nazionale.
Ristrutturare casa entro il 2034, la decisione del 70% dei proprietari
Dall'indagine emerge che il 70% dei proprietari ha pianificato di ristrutturare casa entro il 2034 e il 61% lo ha già fatto negli ultimi 10 anni.I proprietari delle unità immobiliari singole e plurifamiliari hanno una maggiore propensione alla ristrutturazione rispetto a chi vive in condominio, indipendentemente dalla dimensione della casa.
L'indagine Nomisma rileva che i proprietari di immobili meno recenti si dimostrano maggiormente propensi alla ristrutturazione e molto sensibili al tema dell'efficientamento energetico, nonostante il 41% non abbia ancora valutato la classe energetica della propria abitazione.Il comfort abitativo è il principale motivo per cui le persone scelgono di ristrutturare (oltre il 50%).L'urgenza di realizzare interventi non più procrastinabili perde rilevanza negli interventi futuri a favore di una maggiore attenzione alla riduzione dei consumi energetici (53%).
Ristrutturazione e conoscenza delle norme antincendio
Secondo i dati elaborati da Nomisma, è ancora molto scarsa l'attenzione verso la sicurezza antincendio, su cui è emersa anche una conoscenza molto limitata rispetto alle normative (27%).La polizza assicurativa è risultata essere la strategia di protezione antincendio preferita (35%).Una quota rilevante di proprietari non ha preso alcuna misura di sicurezza (24%) o non sa cosa fare (23%).
L'ostacolo degli investimenti e i bonus edilizi nella scelta di ristrutturare casa
Nomisma rileva che per 1 proprietario su 2 gli investimenti necessari per ristrutturare casa sono un ostacolo, ma una spinta arriva dal sistema di incentivi fiscali.Il 44% dei proprietari di abitazione, infatti, ha dichiarato di aver usufruito di incentivi per realizzare interventi di ristrutturazione, con una maggiore frequenza dell'utilizzo del Bonus Casa (41%), seguito da Superbonus 110% (32%) ed Ecobonus (24%).Dalle risposte è emerso che la presenza di un sistema di agevolazioni rafforzerebbe significativamente la scelta di ristrutturare per chi è già intenzionato a farlo nei prossimi 10 anni (8 proprietari su 10) e anche il 34% di coloro che sono restii a farlo potrebbe decidere di affrontare la ristrutturazione con un adeguato incentivo.Tra gli interventi di ristrutturazione già realizzati e quelli pianificati per il futuro è emerso un crescente interesse verso il miglioramento dell'isolamento termico e l'installazione di pannelli fotovoltaici per ottenere una maggiore efficienza energetica. 6 proprietari di casa su 10 hanno mostrato, infatti, un'elevata attenzione nella scelta dei materiali isolanti impiegati.Per quanto riguarda il livello di conoscenza della Direttiva Europea "Case green", poco meno della metà dei proprietari di casa (48%) ha espresso di esserne informato; tuttavia, una larga parte riconosce come positive le opportunità legate a interventi di riqualificazione energetica e ristrutturazione dell'immobile.Circa il 45% dei proprietari di casa, invece, non è propenso a effettuare interventi di adeguamento del proprio immobile alla Direttiva EPBD, mentre circa un quarto si è dichiarato disponibile.
"Questo studio restituisce uno spaccato utile non solo per le Istituzioni, ma anche per il nostro settore: le evidenze emerse ci dicono chiaramente che c'è ancora molto da fare per aumentare la consapevolezza sulla sicurezza antincendio e sull'efficienza energetica delle abitazioni", ha dichiarato Paolo Migliavacca, Business Unit Director di Rockwool.
Ersilia Di Tullio, Head of Strategic Advisory di Nomisma, ha aggiunto: "La ricerca di Nomisma ha evidenziato una crescente consapevolezza dell'importanza dell'efficienza energetica e della sostenibilità ambientale, vissuti dai proprietari di casa italiani anche come un'opportunità economica per ridurre i costi energetici nel lungo termine. La scelta di intervenire sulla propria abitazione è anche condizionata dalla presenza di incentivi".
Con lo stop ai bonus edilizi gli italiani smetteranno di ristrutturare casa?
L'indagine di Nomisma conferma che i bonus edilizi hanno giocato un ruolo fondamentale nella scelta di ristrutturare casa con interventi di riqualificazione edilizia e di efficientamento energetico.I bonus edilizi, nella versione fino ad ora utilizzata, stanno però per scadere o subire una riduzione.L'aliquota del Superbonus si è progressivamente abbassata. Dall'iniziale 110% è scesa al 90% nel 2023 e al 70% nel 2024. Come rilevato da Enea, la riduzione ha fatto rallentare in modo considerevole gli investimenti in efficientamento energetico. Nel 2025 l'aliquota scenderà ancora al 65%, quindi si presume che la flessione degli investimenti si accentuerà.L'ecobonus 65% o 50% è in scadenza al 31 dicembre 2024 e non sembra esserci l'intenzione di prorogarlo. Il Governo è infatti impegnato a ridisegnare tutta la struttura dei bonus seguendo un approccio integrato e senza frammentazioni. I nuovi incentivi saranno modulati sulla base del miglioramento della prestazione energetica raggiunto dopo l'intervento e potrebbero essere accompagnati da strumenti finanziari di supporto.Il bonus ristrutturazioni subirà un decalage: a partire dal 2025 e fino al 2027 l'aliquota scenderà dall'attuale 50% al 36% e dal 2028 al 2033 sarà pari al 30%. Anche in questo caso, non sembra che ci sia spazio per eventuali proroghe. Il Governo, infatti, nel Piano strutturale di bilancio, ha annunciato il raggiungimento degli obiettivi di efficientamento energetico degli edifici, ma con un ricorso sempre minore alle detrazioni fiscali.Al momento, però, il quadro del nuovo sistema, che dovrebbe consentire il raggiungimento degli obiettivi della Direttiva Case Green è tutt'altro che chiaro.
FONTE ARTICOLO: edilportale.com
Sanatorie edilizie del Salva Casa, in arrivo il listino prezzi delle sanzioni
Lo strumento, annunciato dal ministro Salvini, dovrebbe consentire ai tecnici comunali di evadere le pratiche velocemente e senza rischi.
Il Salva Casa consente la sanatoria delle irregolarità edilizie, prima insanabili, attraverso un procedimento di accertamento della conformità e il pagamento della relativa sanzione.Per evitare incertezze, e consentire la rapida evasione delle pratiche di sanatoria ai sensi del Salva Casa, il Ministro delle Infrastrutture e del Trasporti, Matteo Salvini, intervenuto alla 34ª assemblea annuale di Confedilizia, ha annunciato la predisposizione di un listino prezzi delle sanzioni.
Il listino prezzi delle sanzioni del Salva Casa
Salvini ha spiegato che il Ministero emanerà una circolare esplicativa per evitare che la paura di firmare del funzionario pubblico possa bloccare le pratiche di sanatoria edilizia del Salva Casa.
"Visti i tempi che corrono la paura di firmare, non solo del politico, ma anche del funzionario pubblico, c'è e il dubbio di qualche dirigente comunale è, quanto chiedo?" ha spiegato Salvini.
"Questo è un paese dove si chiedono 6 anni di carcere per i ministri degli Interni che hanno ritenuto di fare il loro lavoro quindi figurati se il tecnico comunale si prende la responsabilità dichiedere 1000 o 2000 euro per quella difformità - ha continuato - quindi faremo un vademecum perché l'obiettivo è che gli uffici tecnici comunali si liberino di milioni di pratiche".
Il Ministro ha riportato che, solo al Comune di Roma, ci sono 200mila pratiche dei tre condoni edilizi, che a suo avviso non saranno mai evase a meno che non arrivino le semplificazioni.
La circolare conterrà quindi il listino prezzi, che eviterà al tecnico comunale di assumersi la responsabilità di determinare l'importo della sanzione.Facilitando il processo di sanatoria edilizia del Salva Casa, Salvini ritiene che gli immobili torneranno sul mercato: i privati potranno decidere se venderli o ristrutturarli e contemporaneamente la Pubblica Amministrazione sfoltirà le pratiche e incasserà risorse.
A cosa servirà il listino delle sanzioni del Salva Casa
Ricordiamo che, in base alla legge Salva Casa, il proprietario di un immobile con parziali difformità o variazioni essenziali può attivare il procedimento per l'accertamento della conformità, il rilascio del permesso di costruire o della Scia in sanatoria e l'ottenimento dello stato legittimo dell'immobile.Affinchè il procedimento per l'accertamento della conformità vada a buon fine, il proprietario deve pagare una somma a titolo di oblazione.La legge Salva Casa fissa l'importo dell'oblazione:
- al doppio del contributo di costruzione o al contributo per il rilascio del permesso di costruire aumentato del 20% in caso di intervento realizzato in parziale difformità dal permesso di costruire;
- al doppio dell'aumento del valore venale dell'immobile, in misura non inferiore a 1.032 euro e non superiore a 10.328 euro se l'intervento è stato eseguito in assenza o in difformità dalla Scia;
- a una somma determinata previa perizia di stima ed equivalente al maggiore importo tra il danno arrecato e il profitto conseguito, se l'intervento è stato eseguito in assenza o difformità dall'autorizzazione paesaggistica.Il listino prezzo delle sanzioni dovrebbe quindi evitare qualunque discrezionalità ed assunzione di responsabilità ai tecnici, ma anche consentire di risparmiare il tempo necessario per le perizie sul valore degli immobili e dei danni arrecati dagli interventi abusivi.Resta solo da capire se il Ministero sarà celere nell'emanazione della circolare e se il listino prezzi arriverà subito nelle mani dei tecnici comunali per evadere le pratiche del Salva Casa.
FONTE: edilportale.com
Promuovere l'efficienza energetica significa adottare
sistemi per ottenere uno stesso risultato utilizzando meno energia
Negli ultimi 40 anni il consumo mondiale di energia è raddoppiato ed è evidente che, in futuro, le problematiche relative alla limitata disponibilità delle risorse energetiche di origine fossile (petrolio e gas) e all'aumento delle emissioni dovuto al loro utilizzo, assumeranno un rilievo sempre maggiore. Approndosci cliccando qui
Come si calcola il risparmio ottenuto con il fotovoltaico in casa? Un esempio pratico
Una utile guida con tutti i passaggi da seguire per calcolare il risparmio che ci permette di ottenere un impianto fotovoltaico da 3 kWp con un accumulo da 5 kWh.
Come ridurre i consumi: consigli generali
Che l'impianto produce di giorno lo sappiamo tutti, sappiamo anche che, se abbiamo l'accumulo, non deve essere un alibi per continuare con le nostre abitudini notturne. In altre parole, si deve massimizzare l'autoconsumo istantaneo perché, se stocchiamo l'energia prodotta in batteria, quando avremo raggiunto il 100% della carica, saremo costretti ad immettere il resto in rete, ed abbiamo visto che ci conviene poco farlo.
Quindi gli elettrodomestici che prima usavamo di sera o notte, ma che possiamo usare anche di giorno, o se vogliamo programmare di giorno, usiamoli in questa fascia. Cambiamo gli elettrodomestici obsoleti con altri a basso consumo energetico.
Possiamo pensare, soprattutto d'estate, di raffrescare la casa con una pompa di calore durante le ore soleggiate, così, toglieremo calore in casa senza prelevare dalla rete ed i muri rimarranno freschi, aiutando durante la sera a mantenere il fresco con meno energia.
Usiamo lampade LED al posto di quelle ad incandescenza (o, peggio, alogene: faretti che arrivano anche a 350 W!).
Il monitoraggio ci può tornare molto utile perché possiamo renderci conto, in base alla produzione ed all'immissione, se è il caso di accendere un altro elettrodomestico anticipandone il funzionamento oppure posticipandolo. È chiaro che d'ora in poi dovremo documentarci su quanto assorbe ogni device che abbiamo a casa, perché questo ci aiuterà a capire se rientrerà nella potenza prodotta dal fotovoltaico oppure no.
Un altro consiglio, se abbiamo un impianto fotovoltaico di piccola taglia o ci troviamo in inverno, evitiamo di accendere vari elettrodomestici tutti insieme, perché supereremmo probabilmente il valore della potenza prodotta, meglio dilazionarli nell'arco della giornata (verificando sempre dal monitoraggio cosa conviene fare).
Ricordate i famosi contatti puliti dell'inverter? Bene, se abbiamo dispositivi, come pompe di calore o scaldaacqua, che possono essere controllati con un consenso, in base ai valori di immissione di energia in rete da parte del fotovoltaico, facciamoceli collegare all'inverter, ci consentiranno in modo semplice un risparmio e la quasi certezza di usare il dispositivo quando ci conviene.
Riguardo all'auto elettrica, la sua batteria di bordo ha una capacità che varia, ma spesso è all'incirca di 40 kWh o superiore, per cui il vostro accumulo da 5 kWh (che con DOD all'80% diventano 4 kWh) lo finirà molto velocemente: potrà far poco per la vostra auto, potrà ricaricarla al massimo per un 10% se facciamo la ricarica notturna. Sempre meglio di niente, ma se la facciamo di giorno, possiamo sperare in qualcosa di nettamente più interessante, soprattutto in estate, perché si utilizza il fotovoltaico, a patto di avere una ricarica lenta, altrimenti l'inverter non riuscirà a fornire la potenza richiesta dalla ricarica dell'auto. Comunque, l'impianto potrà fornire solo una percentuale della capacità energetica dell'auto, dipende dal periodo dell'anno, da quanto usiamo l'energia elettrica in casa in quel momento, da quanto è grande l'accumulo di energia del fotovoltaico e dalla potenza di picco dell'impianto fotovoltaico stesso.
Calcolo del risparmio: come fare? Un esempio pratico
Vediamo, invece, il risparmio che l'impianto ci permette di avere grazie al mancato prelievo ed all'immissione.
Abbiamo, ad esempio, un impianto da 3 kWp con un accumulo da 5 kWh. Partiamo da qui e costruiamo un esempio che è sempre più chiaro di calcoli generici.
Paghiamo in bolletta 22 centesimi di euro per ogni kWh (ognuno di voi calcolerà il suo valore, questo è un esempio). Il primo calcolo che si fa è proprio questo. È molto semplice, basta leggere sulla bolletta l'importo da pagare, sottrarre il canone TV, se presente, sottrarre i costi fissi e non dipendenti dal consumo (da verificare attentamente) e dividere il valore per l'energia fatturataci, ossia i kWh totali che paghiamo in quella bolletta (solitamente riferiti al bimestre), il valore che uscirà saranno gli euro per ogni kWh.
Per rimanere coerenti con l'esempio, pago 200 euro per il bimestre considerato, di cui 130 euro sono il valore dipendente dall'energia, e mi hanno fatturato 590 kWh: il valore unitario dell'energia sarà di 130/590 = 0,22 euro circa, ossia 22 centesimi.
Dal monitoraggio, o dal contatore, posso vedere che in un anno (facciamo il caso annuale, ma vale anche per un mese, basta cambiare i valori di riferimento) ho prelevato 1.200 kWh, ho immesso 700 kWh ed ho prodotto 3.000 kWh, quindi cosa vorrà dire questo? Sono in grado di sapere solo da questi dati quanto ho autoconsumato? Ovviamente sì, ho autoconsumato dall'impianto circa 3.000 – 700 = 2.300 kWh. Il monitoraggio, comunque, solitamente, fornisce anche l'autoconsumo.
In questi valori, la quota di risparmio dovuta all'accumulo è già presente, infatti l'autoconsumo è di oltre il 75% che, se ricordato quanto detto in precedenza è abbastanza alto e spesso raggiungibile sono con un accumulo. Quindi il mio consumo totale sarà di 2.300 kWh (autoconsumo) + 1.200 kWh (prelievo dalla rete) = 3.500 kWh. Questo valore è sempre utile, perché ci fa capire se abbiamo aumentato i nostri consumi dopo aver acquistato il fotovoltaico e per tenerli sottocontrollo.
I 2.300 kWh che ho auto consumato mi hanno dato un risparmio, visto che non li ho pagati (perché mai conteggiati dal mio contatore) di circa 2.300 kWh x 0,22 €/kWh = 506 euro. Se li avessi dovuti pagare, quello sarebbe stato il costo all'incirca. Ma ho anche un altro risparmio, che, per la verità, è un importo di puro guadagno; infatti, deriva dall'immissione in rete che ci viene remunerata. Come mai ce la pagano? Perché la stragrande maggioranza degli impianti fotovoltaici residenziali ha il cosiddetto scambio sul posto (SSP), una convenzione con il GSE (Gestore Servizi Energetici, in altre parole lo Stato), sottoscritta subito dopo l'attivazione o allaccio dell'impianto fotovoltaico, che sancisce che riceveremo un certo contributo in conto scambio direttamente bonificato su un IBAN comunicato prima della sottoscrizione. Tale contributo vale per ogni kWh prodotto ed immesso in rete, quindi non usato dall'utente sul momento, ma direttamente immesso fino ad eguagliare l'energia prelevata. Ciò che immetto, ma che eccede l'energia prelevata, sarà chiamato, appunto, eccedenza e mi verrà corrisposto ad un valore inferiore.
Quanto paga un kWh il GSE? Bella domanda, per calcolarlo, basta andare sul sito del GSE e calcolarne il valore che cambia nel tempo, non rimane fisso, attraverso i vari termini della formula. Sarebbe lungo ed estremamente noioso calcolare il valore finale e dettagliare tutti i termini della formula, a loro volta composti da altri termini, alcuni dei quali fanno riferimento ai mercati nazionali dell'energia. Rimando, pertanto, i più interessati a conoscere il valore reale, al sito del GSE o ad altri siti su internet che dedicano interi articoli proprio a quest'argomento.
Torniamo all'esempio.
Ipotizziamo un valore del contributo in conto scambio intorno ai 10-15 centesimi a kWh e qualcosa in meno per la quota parte dell'eccedenza. Dicevamo, ho risparmiato 2.300 kWh aventi un controvalore di 506 euro, a questi dovremmo aggiungere Contributo in conto scambio più eccedenza. Avendo prelevato 1.200 kWh ed immesso 700 kWh, tutta l'immissione mi verrà pagata come conto scambio, quindi 700 kWh x 0,10 € 4 = 70 euro. Quindi il totale sarebbe 506 + 70 = 576 euro.
Eccedenza non ne abbiamo perché abbiamo immesso meno di quanto abbiamo prelevato. Poniamo che il kWh in eccedenza sia remunerato a 8 c€ (stiamo semplificando, senza usare le formule del GSE). Modificando l'esempio precedente, se, invece, avessimo immesso 1.500 kWh (supponendo di aver avuto un fotovoltaico più grande che produceva di più), avremmo ricevuto 1.200 x 0,1 = 120 euro per il conto scambio, ed i restanti 300 kWh immessi che eccedono rispetto al prelievo, valutati come segue: 300 x 0,08 = 24 euro, quindi al posto dei 70 euro avremmo avuto 144 euro.
In quanto tempo ci si ripaga l'impianto?
Bene, abbiamo fatto un semplice conteggio di quanto abbiamo risparmiato in un anno. A questo punto viene spontaneo cercare di capire in quanto ci ripagheremo l'impianto.
Lungi da me dal considerarmi un commercialista, posso, comunque, azzardare qualche calcolo previsionale. Supponendo di aver acquistato l'impianto con accumulo a 8.000 euro, risparmiando circa 600 euro all'anno, ci metterei circa 13-14 anni. Ma la situazione è più rosea, perché se lo avessi acquistato con lo sconto in fattura, lo avrei pagato solo 4.000 euro e me lo sarei ripagato nella metà del tempo.
Nel caso di detrazione fiscale al 50% in 10 anni, sarebbe sempre conveniente, ma si ripagherebbe in un tempo leggermente maggiore, perché vedremmo 4.000 euro ripartirsi in un risparmio di 400 euro all'anno da aggiungere al risparmio del fotovoltaico, portando il rientro a circa 8 anni.
Essendo il panorama delle agevolazioni e degli incentivi abbastanza cangiante in questo periodo storico e tenendo conto dell'importanza che tale energia rinnovabile ha assunto ed assumerà in futuro, si dovranno ricercare, nel momento dell'acquisto, informazioni su quanto il governo di turno avrà posto in atto per raggiungere la quota parte di energia rinnovabile voluta o prefissata a livello nazionale. Sperando che si faccia sempre di più per garantire energia a chilometro zero a tutti.
FONTE ARTICOLO: ediltecnico.com
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